La disciplina della scherma
La scherma presenta tre diverse specialità: il fioretto, la spada e la sciabola. Queste tre armi differiscono tra loro per l’impugnatura e la struttura della lama. Diverse inoltre sono le regole relativamente al modo di colpire e al bersaglio valido. Per le regole specifiche rimandiamo alla sezione del sito dedicata alle armi della scherma.
Le diversità tra le tre specialità fanno sì che, pur essendo comuni le regole basilari, siano differenti i modi di combattere. Nella spada è più facile colpire, essendo più ampio il bersaglio, ma è anche più facile essere colpiti: da qui il naturale attendismo degli spadisti che si contrappone alla tradizionale irruenza dello sciabolatore. Le donne, sino a qualche anno fa, potevano fare solo fioretto, ritenuto, perla graziadei suoi movimenti, l’unico adatto a salvaguardare la femminilità. Da pochi anni sono state ammesse anche alla spada e nella sciabola.
L’incontro si svolge su una pedana di quattordici metri, dal fondo della quale lo schermitore che esce riceve un punto di penalità. Lo scopo di uno schermitore è colpire senza esser colpito. Se entrambi gli schermitori, nella spada, si colpiscono, il punto viene assegnato ad entrambi. Nel fioretto e nella sciabola ci sono regole per le quali il punto non viene attribuito o viene attribuito a uno solo. I movimenti offensivi o difensivi si chiamano azioni schermistiche. Il punto si dice stoccata. L’incontro si chiama anche assalto. Di due schermitori che combattono si dice che tirano di scherma.
L’incontro di scherma viene diretto da un arbitro. Il suo compito è particolarmente impegnativo nel fioretto e nella sciabola, dato che non si deve limitare a sincerarsi che la stoccata sia stata messa a segno senza infrazioni ma deve anche, in base ad alcuni criteri, stabilire quale dei due schermitori fa il punto se si toccano entrambi. La sua mansione è agevolata da un segnalatore elettronico (che è il motivo del filo posto dietro gli atleti) che si accende quando uno schermitore porta a segno una stoccata valida sull’avversario. Le luci sono colorate. Nel fioretto se si colpisce fuori dalla superficie valida si accende una luce bianca. Da alcuni anni nelle massime competizioni nazionali ed internazionali è stata istituita la moviola proprio per dare certezze agli assalti particolarmente difficili da giudicare.
L’attrezzatura di cui deve munirsi uno schermitore è composta, in primo luogo dall’arma (fioretto, spada o sciabola). Poi c’è la maschera, a protezione del volto. La mano armata è coperta da un guanto. Un “passante”, collegato all’arma e all’avvolgitore da cui parte il filo, garantisce la conduzione al segnalatore elettronico. La divisa, bianca come da tradizione, è coperta, nel fioretto e nella sciabola, da un giubbetto metallizzato per effetto del quale si attua la segnalazione elettronica. I calzettoni, anch’essi bianchi, debbono essere alti fino al ginocchio. Le scarpette possono essere quelle da ginnastica, ma esistono ormai diversi modelli concepiti appositamente per la scherma.
Le doti che uno schermitore deve possedere ed affinare sono molte. Spiccano la velocità (sia di braccia sia di gambe), la capacità di tenere la giusta distanza tra se e l’avversario (“misura”) e quella di cogliere, al centesimo di secondo, l’attimo propizio per sviluppare le proprie azioni (“scelta di tempo”). Questo sport, inoltre, è uno di quelli che maggiormente richiede ragionamento, a mezzo di tattiche adeguate. Occorre, ancora, una grande tenuta nervosa e continuità di concentrazione. Non serve invece la forza pura.
La scherma è uno degli sport meno pericolosi anche se è quello che ha adottato le misure di sicurezza più rigorose.